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Campari: la storia di un brand italiano di successo

campari marketing
4 Marzo 2020

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Indissolubilmente legato al Futurismo e alla sua forza comunicativa, ecco come una piccola azienda locale si è trasformata in un global brand.

Come nasce il Campari?

Il bitter Campari nasce dall’iniziativa imprenditoriale di Gaspare Campari che nel 1860 apre a Novara il Caffè dell’Amicizia. Dopo numerosi studi e un’attenta sperimentazione, Gaspare Campari crea la ricetta, mai più cambiata, dell’elisir rosso che ancora oggi sorseggiamo. Due anni più tardi, con il trasferimento a Milano e l’apertura del nuovo Caffè Campari, inizia l’inarrestabile successo della bevanda.

Venuto a mancare Gaspare, la moglie Letizia Galli e successivamente il figlio Davide si occuperanno della gestione dell’azienda. È di Davide l’idea di aprire il Camparino, un locale dallo stile del tutto nuovo. Moderno e all’avanguardia, il Camparino diviene emblema di un nascente mood milanese fortemente vocato all’arte e al design.

Nel 1904 Davide sceglie di dedicarsi ad un nuovo ambizioso progetto di business: incrementare la produzione del bitter Campari presso lo stabilimento di Sesto San Giovanni e aumentare le vendite promuovendo il brand con nuove forme di comunicazione.

campari futurismo anteprima

Il contributo del Futurismo

La svolta nella promozione pubblicitaria del Campari avverrà tra gli anni ’20 e ’30 quando, dall’incontro tra Davide Campari e l’artista futurista Fortunato Depero nasce il fruttuoso sodalizio che cambierà per sempre concetto stesso di comunicazione pubblicitaria in Italia.

Il brand Campari divenne un esempio di connubio tra arte futurista e comunicazione pubblicitaria.

Nel 1932 Davide Campari investe in un’estensione di linea e crea il primo cocktail pronto all’uso, a base di Campari, selz e soda: il Campari Soda.

In questa fase di line extension e design del packaging del prodotto, il contributo della visione futurista si rivelano fondamentali per il successo dell’idea.

Depero disegnerà l’inconfondibile bottiglietta triangolare dal collo stretto, ispirandosi alle linee tipiche di un elegante bicchiere da cocktail rovesciato.

Il resto lo faranno i colleghi futuristi che, apprezzando lo spirito innovativo del Campari Soda, diventano dei veri e propri influencer ante litteram.

Non c’era incontro futurista nel corso del quale non scorressero fiumi di alcool, tra cui l’amato Campari. Abitudine che provocava non poche risse e accesi dibattiti artistici, politici e di costume.

Davide Campari e Fortunato Depero non avevano semplicemente creato un nuovo prodotto. Erano stati in grado di creare una nuova esperienza d’uso del prodotto stesso, una nuova user experience a tutti gli effetti. Quel drink dal colore intenso evocava sentimenti di forza e invitava all’azione. Così facile e veloce da consumare nella sua accattivante bottiglietta, offriva subito al consumatore una sensazione d’ebrezza e di potenza.camparino pubblicita

Il rafforzamento del brand dagli anni ’70 ad oggi

Lo stretto legame tra l’arte d’avanguardia e la comunicazione pubblicitaria, votata al rafforzamento dell’identità del brand Campari prosegue. Nel dopoguerra è ancora una volta un futurista, l’artista Carlo Fisanotti, a ideare la nuova campagna pubblicitaria secondo le logiche della pubblicità futurista. Seguiranno collaborazioni con numerosi altri protagonisti dell’arte, della grafica, del design e del cinema. Federico Fellini non amava lo spot pubblicitario e non condivideva che la pubblicità interrompesse l’emozione di un film. Tuttavia, affascinato dallo stile e dalla forza comunicativa del brand Campari realizza quello che sarà il suo primo spot.

Negli anni ’90 un forte seppur mai radicale cambiamento visuale attribuirà al brand un carattere più internazionale e cosmopolita. Il nuovo payoff in inglese (Red Passion), nuovi spot interpretati da attori come Kelly Le Brock (la donna in rosso) e una serie di campagne e azioni di marketing nelle quali note personalità del cinema prestano il volto al brand, ne segnano la consacrazione come una delle bevande made in Italy più amate e conosciute al mondo.

I prodotti del gruppo Campari, che attualmente conta oltre 50 brand, tra cui Aperol, Skyy e Grand Marnier, sono distribuiti in quasi 200 paesi, portando nel mondo quell’allure di fantasia e follia tutta italiana che Campari non ha mai abbandonato.

Una storia di successo che parte da una vincente idea imprenditoriale, non trascura un’adeguata e coraggiosa comunicazione pubblicitaria, investe in estensioni di linea, cura del packaging, rafforzamento di un’identità riconoscibile, distribuzione strategica, scelta di testimonial di spicco e beneficia di un non trascurabile contributo artistico. Un sapiente mix che ha segnato la storia italiana e ha portato il gruppo Campari a diventare un brand quotato in borsa dai 2 miliardi di euro di fatturato annuo.

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