Le nuove caratteristiche chiave degli spot di successo
La nuova tendenza dell’advertising? Sono gli spot high-energy. A rivelarlo è un (recentissimo) studio dell’Università di Notre Dame (Indiana, USA), pubblicato per altro su Science Daily e subito riportato dalle principali riviste specializzate.
Andando di pari passo con il bisogno che i consumatori hanno di perdere poco tempo e di comprendere immediatamente il messaggio che gli viene proposto, il mondo dell’ads sta dando sempre più spazio, con successo, a questa tipologia di spot.
Si tratta di video brevi, veloci, concisi e contenenti un messaggio positivo. Spot che, fino a qualche anno fa, non erano al top del gradimento da parte del pubblico e che adesso, invece, stanno riscuotendo largo consenso. Come mai? È presto detto.
L’ottimismo e gli attivatori emotivi
Come riporta la ricerca dell’Università di Notre Dame, gli spot high-energy creano un’associazione positiva tra l’annuncio e il desiderio di energia dello spettatore. Un desiderio che si è fatto sempre più forte negli ultimi anni, complice anche la staticità imposta dalla pandemia globale.
Per “energia” (e conseguentemente per high-energy) si intende, infatti, un concentrato di diversi fattori: velocità, movimento, ottimismo, eccitazione e musica. Analizzando più di 27.000 spot televisivi, i ricercatori hanno concluso che queste caratteristiche chiave lasciano nello spettatore una sensazione positiva, quasi di benessere.
Questo per più motivi. In primis, perché grazie al loro formato gli spot high-energy interrompono ciò che lo spettatore sta facendo in maniera veloce, gradevole e non invadente: non a caso, Youtube li sta scegliendo sempre più spesso.
Poi, perché in generale non richiedono un enorme sforzo di comprensione e avendo un significato positivo tendono a far sorridere o, comunque, ad alleviare lo stato d’attesa di chi guarda. Inoltre, fanno leva sullo sguardo e non sull’udito, differenziandosi dal (fastidioso) trend louder degli ultimi anni,
Meno rumore, più movimento
Che cos’è il trend louder (rumoroso)? Come spiega la ricercatrice Shannon Roddel, negli ultimi anni gli inserzionisti hanno puntato tutto sul volume degli spot, alzandolo in maniera più che consistente rispetto al canale sul quale vengono trasmessi.
Ciò accade, per esempio, con alcuni spot televisivi e con alcuni spot presenti su siti web, che irrompono in maniera impetuosa interrompendo, per esempio, il silenzio di una lettura o l’audio più pacato di una video-conferenza.
Nonostante si sia poi giunti a una vera e propria regolamentazione (che differisce di Paese in Paese) che stabilisce di non andare oltre una certa quantità di decibel, l’audio di alcuni spot resta, comunque, spesso squilibrato.
Gli spot high-energy, invece, evitano questa pratica. Scelgono un supporto musicale rassicurante e mai troppo elevato, optando invece per una buona quantità di movimento. Il movimento in questione mira a catturare l’occhio dello spettatore, portandolo in fretta e senza eccessivi scompensi sensoriali al cuore del messaggio.
Velocità, immediatezza e chiarezza del messaggio
E, a proposito del messaggio, un altro punto di forza degli spot high-energy è l’immediatezza. Il formato di questi video commerciali è sempre corto, veloce, sintetico, pertanto concentra il messaggio nei primi secondi, andando direttamente al sodo.
Questo non significa che uno spot high-energy non possa avere una trama: significa, piuttosto, che la storia raccontata è breve e chiara, talmente tanto chiara da non richiedere un eccessivo sforzo di concentrazione a chi lo sta guardando.
Questo ci suggerisce, però, che gli spot high-energy sono e devono essere frutto di un’attenta progettazione. Sempre citando la ricerca dell’Università di Notre Dame, questi spot devono, più degli altri, godere di un’alta «funzionalità del contenuto e di un accordo emotivo e d’intenti con i consumatori».
Infatti, il fatto che siano veloci e leggeri non sottende che siano approssimativi, ma che siano ancor più curati per riuscire a catturare l’attenzione di un pubblico ampio in modo istantaneo ed efficace. Un’impresa non da poco, che si profila come nuova grande sfida per tutti i brand che vogliono davvero colpire il loro target.