Un esperimento per verificare il “contagio emozionale” a distanza, ma gli utenti non erano stati avvisati
Quasi 700mila utenti Facebook utilizzati inconsapevolmente per condurre un esperimento sul “contagio emozionale” ed ora è bufera sul social network.
L’esperimento è stato condotto da un gruppo di ricercatori e scienziati di Facebook, della Cornell University e della University of California per verificare se il contagio emotivo possa avvenire anche a distanza.
Per una settimana, nel 2012, Facebook ha mutato l’algoritmo che determina il flusso di notizie visibili dall’utente. Ad una metà del segmento scelto ha mostrato post positivi, mentre all’altra metà post negativi. Lo studio ha verificato come gli utenti siano stati influenzati dalle emozioni dei post, determinando il loro cattivo o buon umore.
Le “cavie” infatti scrivevano sulle loro bacheche post dello stesso indirizzo emotivo di quello che veniva loro mostrato.
Le polemiche sono state scatenate proprio per l’inconsapevolezza degli utenti sui quali si è condotto l’esperimento. A nessuno degli interessati è stato chiesto espressamente il consenso per la manipolazione dei dati visualizzati.
Lo staff di Facebook si difende sottolineando che gli utenti hanno dato il loro consenso sottoscrivendo l’adesione al social, che include l’esame dei dati, test e ricerche finalizzate al miglioramento del servizio.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati su http://www.pnas.org/content/111/24/8788.full.pdf sull’edizione del 17 giugno della rivista Proceedings della National Academy of Sciences degli Strati Uniti.