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LinkedIn lancia una piattaforma per i freelance

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4 Novembre 2021

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Service Marketplace, lo spazio di LinkedIn per i liberi professionisti

Il mondo dei social è in continuo cambiamento, sotto tutti i punti di vista. A dimostrarlo è l’ultima mossa di LinkedIn, che da social network professionale mirato al recruiting per impieghi prevalentemente a lungo termine ha deciso di evolversi ed espandersi, aprendo al mercato dei liberi professionisti.

Per farlo ha lanciato Service Marketplace, una piattaforma ad hoc all’interno del social network che consentirà ai freelance di mettersi in vetrina, proponendosi per collaborazioni a breve termine e progetti a scadenza.

Suddiviso in 250 categorie di professionisti (che stando ai piani di LinkedIn dovrebbero presto diventare 500), Service Marketplace è già attivo e fruibile sia dai liberi professionisti che dai committenti. Questi ultimi non dovranno fare altro che cercare la funzionalità e selezionare la categoria d’interesse, per vedere i freelance disponibili (ordinati in base al numero di connessioni in comune).

I freelance, invece, devono attivare il proprio profilo cliccando in alto sulla propria home page e seguendo il processo di configurazione, selezionando l’area di competenza. Una volta configurato il profilo, si potrà accedere a un’apposita dashboard per gestire richieste, messaggi e connessioni. Non solo: i freelance potranno essere recensiti da chi commissiona il lavoro e aumentare il proprio rating.

I numeri di LinkedIn

Service Marketplace è una grande opportunità per i freelance, per il semplice fatto che i numeri di LinkedIn sono davvero impressionanti. Stando alle ultime statistiche, il social network professionale conta su quasi 700 milioni di iscritti in tutto il mondo, 22 dei quali soltanto in Italia.

Per di più, è un social altamente frequentato: il 51% degli iscritti vi accede ogni giorno, seppur per brevi archi di tempo (si parla di circa 5 minuti al giorno, per un totale di quasi 2 ore al mese). Riguardo ai riscontri lavorativi, infine, quasi il 70% dei profili completi e curati presenti sul social network in tutto il mondo ha effettivamente ottenuto un impiego, seppur spesso a tempo determinato.

Fiverr e Upwork, i primi social a puntare sui freelance

Perché il più grande social network professionale ha deciso solo ora di creare uno spazio virtuale apposito per i liberi professionisti? Sappiamo perfettamente che dietro le scelte delle aziende non c’è solo lo spirito di servizio, ma anche e soprattutto un interesse a battere i competitor: ciò vale anche per LinkedIn.

Da qualche anno a questa parte, infatti, moltissimi freelance da ogni parte del mondo hanno deciso di usare due strumenti pensati appositamente per loro. Il primo è Fiverr, un vero e proprio marketplace fondato nel 2010. Negli ultimi anni i numeri di Fiverr sono cresciuti esponenzialmente. Come mai? Semplice: perché possono iscriversi sia i freelance, che mettono in vetrina i loro servizi, che gli imprenditori. Un vero e proprio mercato del lavoro, sempre più articolato.

Il secondo, invece, è Upwork (precedentemente o-Desk), che si basa sui concetti di fast collaboration e fast delivery: consente, in sostanza colloqui rapidissimi in live chat e monitoraggio dei tempi di consegna del progetto, con l’obiettivo di ridurre i tempi che gli imprenditori impiegano, generalmente, per trovare, scegliere e assumere i freelance.

Visto il successo di Fiverr e Upwork, LinkedIn si è mosso per restare al passo. C’è poi da dire che il lancio del Service Marketplace è una manovra abile e mirata anche al guadagno: se in un primo momento il servizio sarà gratuito, LinkedIn ha già annunciato che in seguito liberi professionisti e imprenditori pagheranno una piccola commissione, proprio come sulle piattaforme competitor.

D’altronde, tra il 2020 e il 2021, infatti, Fiverr e Upwork anno generato quasi 550 milioni di dollari in entrate. Cifre cui il social network professionale non poteva certamente restare indifferente.

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