Zuckerberg scommette sul retail per lanciare il metaverso
E se il cammino verso il mondo virtuale del metaverso iniziasse con passi più che mai reali? Ebbene sì: Mark Zuckerberg sta pensando di lanciare Meta per mezzo di negozi fisici, che partendo da Menlo Park si estenderanno in tutto il mondo.
Come riporta il New York Times, che ha avuto accesso in esclusiva ai piani dell’azienda di Meta (una volta Facebook) e alla relativa documentazione, gli store servirebbero per due ragioni fondamentali.
La prima sarebbe mostrare (e vendere, ovviamente) i dispositivi realizzati da Reality Labs, la divisione dell’azienda che si sta occupando di perfezionare occhiali, visori e cuffie per la realtà aumentata. Dispositivi che dovrebbero essere presentati come le porte del metaverso. Strumenti tangibili, ultra tecnologici, dal design all’avanguardia, in grado di portare chiunque in un universo alternativo in cui vivere più liberamente, seppur in continuità con il mondo reale.
La seconda ragione è ancora più importante della prima. Sì, perché i Meta Shop aiuterebbero anche a convincere i più restii che la realtà virtuale e la realtà aumentata possono essere tanto divertenti quanto educative. Sempre in base al New York Times, i negozi si porranno come spazi aperti e cooperativi, all’interno dei quali chiunque lo desideri potrà curiosare nel mondo virtuale del metaverso.
L’obiettivo sarebbe quello di «far capire a chi si avvicina non il valore di Meta, ma il proprio valore. Non utenti, ma persone che possono e devono sentirsi accolte, rispettate per la loro curiosità. E che potranno provare un senso di vicinanza mentre si avviano verso un viaggio senza pregiudizi».
Se Meta riuscisse davvero a tradursi in negozi fisici, farebbe letteralmente la storia nel campo del marketing. Sarebbe, infatti, il primo gigante della tecnologia esistito in gran parte digitalmente a puntare sul retail.
Anche Microsoft e Nike puntano sul metaverso
L’avvento del metaverso cambierà di certo il mondo: dopo Zuckemberg, anche Microsoft ha annunciato la sua realtà virtuale. Nascerà all’interno di Teams, si baserà su avatar virtuali, sull’uso delle Hololens e prenderà il nome di Mesh, proponendosi come una piattaforma collaborativa per esperienze in digitale.
Ma se da Microsoft, colosso dell’informatica, ci si poteva aspettare una tale mossa, è l’approccio di un grande brand a farci prevedere che l’impatto dei mondi virtuali rivoluzionerà anche il nostro modo di acquistare: stiamo parlando di Nike. Pare, infatti, che la multinazionale voglia fare il suo ingresso nel metaverso puntando sui non-fungible token. Di cosa si tratta? Di beni virtuali scaricabili, certificati e non riproducibili: calzature, abbigliamento, accessori, attrezzature sportive, con pezzi unici tratti dalle sue linee più famose.
Cosa significa? Potenzialmente due cose: la prima è che chiunque possa permetterlo potrà possedere un bene virtuale di altissimo valore e certificato. La seconda è che, senza troppo sforzo di immaginazione, i brand arriveranno nel metaverso. E anche lì, proprio come nella vita reale, si andrà a caccia di griffe.