Il 92% della popolazione online mondiale usa le emoji per comunicare
È ormai piuttosto chiaro quanto le emoji siano diventate una parte essenziale delle comunicazione umana sugli strumenti digitali. Nate per conferire l’emozione giusta a un testo che, altrimenti, potrebbe apparire blando e sterile, queste piccole icone aggiungono colore e umanizzano le interazioni virtuali.
Il loro ruolo e il loro impatto, per altro, cambia e si evolve rapidamente. A informarci su questa evoluzione è il Consorzio Unicode, associazione che ambisce a codificare un sistema di comunicazione multilinguistico e che, di conseguenza, seleziona e monitora l’uso delle emoji utilizzate sui device di tutto il mondo.
Dopo ben due anni, il Consorzio Unicode ha svolto un’indagine per stabilire quali sono le emoji più usate al mondo e ha rilevato che l’uso delle faccine è normale prassi per il 92% della popolazione online mondiale. E che, in particolare, il 5% del totale, ne usa una in particolare: l’emoji che ride con le lacrime (Tears of joy) 😂.
La risata con le lacrime e le emozioni positive
Perché l’emoji che ride con le lacrime riscuote tutto questo consenso? Per comprenderlo occorre fare un piccolo passo indietro. E, soprattutto, sollevare lo sguardo dallo smartphone e osservare in maniera più attenta sia i dati raccolti dal Consorzio che la società.
A fronte di un periodo particolarmente complesso come quello vissuto tra il 2019 e il 2021, segnato da una pandemia globale e dalle sue conseguenze, le persone hanno reagito con un uso sempre più intensivo di emoji fortemente emozionali. Non a caso, la categoria più utilizzata in assoluto è Smileys & Emotion.
Visivamente accattivanti e rincuoranti, queste faccine rendono la comunicazione più fluida e rasserenante e impattano positivamente sugli utenti, accarezzando il loro bisogno di sicurezza. Questa è una delle ragioni, per altro, per cui molti grandi brand stanno implementando le emoji nelle loro strategie di marketing: un claim catchy e la corretta emoji, insieme, sono una buona base per conversioni assicurate.
Per altro, le prime dieci emoji più utilizzate al mondo hanno colori vividi e alti contrasti che lasciano un segno chiaro e indelebile. Nel caso della faccina che ride con le lacrime, poi, c’è da considerare un plus psicologico: non lascia spazio alle ambiguità, al contrario della più classica faccina sorridente, ultima nella top ten delle più utilizzate al mondo perché in certi casi, è usata con accezioni più sottili e persino passivo-aggressive.
Le emoji più usate e la distanza tra icona e significato
Nonostante le emoji emozionali siano le più utilizzate in assoluto, la classifica del Consorzio Unicode ci mostra un altro dato interessantissimo. Le emoji che si sono più affermate dopo quelle succitate, in modo uniforme a livello globale, sono quelle accomunate da una precisa peculiarità. Quale? Con il passare del tempo il loro significato si è allontanato da ciò che doveva essere in origine.
Esempi lampanti sono le emoji più usate della categoria Travel & Place, il fuoco (🔥 sottocategoria Sky & weather) e il razzo e l’aereo (🚀 , ✈️ sottocategoria Transport-air). Il primo nasce per indicare le fiamme, ma si è trasformato in un commento “piccante” (hot). Gli altri due, nati per indicare i suddetti mezzi di trasporto, sono adesso utilizzati per sottolineare situazioni paradossali e/o per sottolineare lo stupore che accompagna grandi cambiamenti o notizie eclatanti.
Lo stesso si è verificato con l’emoji più utilizzata della categoria Objects-Clothing, la corona (👑), usata non per parlare dell’oggetto in sé ma per esprimere un più generale concetto fiabesco e/o di nobiltà. In questa categoria il concetto di distanza tra icona e significato è stato fondamentale. Di base, infatti, le altre emoji incluse sembrano riscontrare scarsissimi impieghi non potendo adattare il loro senso a situazioni più ampie o articolate.
Un’altra emoji che ha riscuote ampio successo appartiene alla categoria People and Body ed è il bicipite flesso (💪), impiegato per manifestare un concetto di forza sia esteriore che esteriore, di resistenza durante momenti duri o per empatizzare con chi ne sta passando uno.
L’emoji marketing e la risposta del pubblico
Ciò ci porta a chiederci: chi stabilisce quando e come l’emoji trascende il suo significato originario? E chi stabilisce l’effettiva presa di una specifica “faccina” a discapito di un’altra? La risposta è tanto semplice quanto contemporaneamente complessa.
Significato e presa “nascono” infatti dagli utenti, con le loro associazioni di pensiero. Poi, però, vengono accuratamente studiate nell’emoji marketing per essere consacrati e massimizzati sui social media in campo quasi sempre pubblicitario.
Quello che sfrutta le emoji, infatti, è uno scambio potente, di presa, che si basa soprattutto sull’evocazione di sensazioni e sentimenti. Non a caso, l’advertising su Facebook fa ormai stabilmente leva sulle faccine. E, non per niente anche gli annunci su Google contano sempre di più sul loro utilizzo.
Più in generale, le emoji sono ormai essenziali nel web marketing perché aiutano a promuovere il coinvolgimento su ogni tipo di piattaforma (e-mail, notifiche push, social) e perché il loro uso si inquadra nell’advertising più all’avanguardia, nel copywriting più innovativo e nelle strategie di posizionamento seo più attente ai trend del momento.