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Campari, con il Podcast “Fil Rouge” innovativo storytelling aziendale

Campari podcast FilRouge
10 Febbraio 2022

Indice dei contenuti

Campari si racconta in 14 fermate della metro con una web-app

Quattordici storie, quattordici fermate, un viaggio smart e d’impatto nella storia di uno dei più noti brand italiani: Campari. Si chiama Fil Rouge ed è l’idea (geniale) nata dalla collaborazione tra la Galleria Campari di Milano e la Scuola Holden, che sfrutta uno dei formati digitali maggiormente in ascesa in questo momento storico: quello audio.

Sì, perché Fil Rouge è un cammino che grazie a una web app si snoda in 14 pillole audio. 14 brevissimi podcast che hanno il compito di collegare, idealmente, la Galleria Campari allo storico caffè Camparino, situato all’interno della Galleria Vittorio Emanuele.

Le durate sommate dei singoli podcast coprono proprio il tempo che la metropolitana di Milano impiega per andare da un punto all’altro, e non solo: toccano altri luoghi geografici legati al brand, come il museo aziendale di Campari situato a Sesto San Giovanni.

Fare storytelling con il Podcast

Una strategia di comunicazione efficace, coinvolgente: Campari ha sempre dato un’importanza profonda al modo di presentarsi e proporsi al pubblico. Non stupisce dunque che un brand tanto attento alla propria immagine e ai propri messaggi cavalchi l’onda del digital audio marketing.

Lo storytelling di Campari per mezzo del podcast è curato, attento e suggestivo. Parte dal protagonista dell’iconico e storico manifesto Campari, lo Spiritello nato dal genio del pittore e illustratore Leonetto Cappiello, per raccontare in rime e versi alcuni delle immagini (e poi dei luoghi) più importanti che hanno segnato la cartellonistica del brand.

Dal già citato Spiritello, passando per gli esempi più alti delle sue grafiche futuriste (la coppia in rosso Campari che si scambia un bacio, la sinuosa bottiglietta, il rovesciamento di Fortunato Depero), l’accostamento dell’audio alle opere d’arte pubblicitarie del brand ricrea un’ambientazione metropolitana e restituisce tutta la suggestione di un progetto storico: Il Cantastorie.

Campari Fil Rouge

Sì, perché Fil Rouge è anche un tributo, un’omaggio al libro in cinque volumi illustrato da Bruno Munari che dal 1927 al 1932 divenne parte integrante delle campagne di marketing del brand. Il Cantastorie, voluto ai tempi da Davide Campari, era uno strumento per raggiungere il pubblico in modo innovativo, usando immagini e poesia.

Oggi, Fil Rouge si pone lo stesso obiettivo e aggiunge al racconto la voce, il suono, per toccare nuove corde e sorprendere chi ascolta con esaltanti evoluzioni poetiche e toni scanzonati che sottintendono il desiderio da parte di Campari di non lasciare mai nulla al caso.

Campari, un brand sempre innovativo nella comunicazione

Come abbiamo già detto, Campari è da sempre un brand attento alla comunicazione. La sua storia è legata a doppio nodo al futurismo e in particolare al succitato artista Fortunato Depero, che in una fase delicatissima della storia del marchio disegnò l’inconfondibile bottiglietta e diede origine a quella che oggi definiremmo viralizzazione del prodotto.

Sì, perché gli altri esponenti del movimento futurista, amando i lavori del collega artista, fecero ciò che fanno oggi gli influencer, promuovendo il Campari e sposandone l’essenza. Il marchio però non si è certo cullato in quel successo: la love story con il futurismo è continuata anche nel dopoguerra, con la collaborazione con Carlo Fisanotti.

Campari Fil Rouge

Ma non solo. L’amore per le forme grafiche e visive d’effetto si è poi evoluta in uno sposalizio duraturo e solido con tutto ciò che strizzava l’occhio a una comunicazione vincente e d’impatto: non a caso fu Federico Fellini, che tanto disdegnava le pubblicità, a realizzare il primo spot del brand.

A seguire, Campari ha voluto indossare e sfoggiare un’aria internazionale, lanciando un inedito payoff in inglese rimasto nella storia, red passion, e coinvolgendo attori e personalità del cinema italiane e non solo.

Fil Rouge è l’ultima idea di spicco, un modo intelligente di aggiungere alle già molteplici doti del brand (advertising adeguato e coraggioso, cura del packaging, brand awareness) un’impronta contemporanea, digitale e cosmopolita: non a caso la web app è realizzata anche in inglese ed è accessibile anche per mezzo di un QR Code.

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