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Realtà Virtuale e Realtà Aumentata nel marketing

realta aumentata e virtuale
17 Gennaio 2022

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La nuova frontiera del marketing tra VR e AR

L’impatto della Realtà Virtuale e Realtà Aumentata nelle nostre vite ha di sicuro rivoluzionato il modo di concepire il futuro. Le due tecnologie, nonostante siano ancora in evoluzione, hanno promesso (e continuano a promettere) degli sviluppi avveniristici, che non lasciano di certo indifferenti gli esperti di marketing.

A conti fatti, in effetti, agenzie, marketer e brand hanno sperimentato e stanno ancora sperimentando dei modi unici per volgere a proprio vantaggio le potenzialità di VR e AR nell’advertising e nella comunicazione in generale.

Ma qual è, di fatto, la ragione per cui realtà virtuale e realtà aumentata hanno un’attrattiva sempre maggiore per il web marketing? Semplice: perché riescono a dar vita a delle user experience immersive e interattive. Esperienze che permettono ai consumatori di “toccare” il prodotto o il servizio che si sta pubblicizzando. Una conoscenza che, va da sé, mette l’acceleratore al processo d’acquisto.

Esempi di Realtà Virtuale nel marketing

Ma andiamo all’applicazione pratica. Per iniziare, come si coniugano marketing e realtà virtuale? In linea di massima ciò che succede è che il brand realizza un ambiente alternativo falso, ma al contempo accurato e realistico, cui l’utente può accedere in diversi modi.

Generalmente il marketing VR è visivo, ma, a seconda delle possibilità economiche e dei dispositivi impiegati può diventare multisensoriale. Per esempio, se l’utente accede alla VR per mezzo dello smartphone avrà un’esperienza più soft, mentre se è previsto l’uso di dispositivi appositi sarà interamente immerso e coinvolto.

Un esempio lampante di realtà virtuale nel marketing è la Virtual Reality Showroom Experience di Ikea, che permette ai clienti di “entrare” all’interno di diversi ambienti e giocare con arredi e finiture, realizzando la propria idea di casa.

Diversa, ma comunque d’impatto, è l’applicazione della realtà virtuale realizzata da Oreo. Utilizzando il Cardboard di Google, il famoso brand permette agli utenti di visitare un mondo alternativo dove vengono realizzati i suoi iconici biscotti.

Infine, alcuni anni fa, in occasione del lancio del profumo The Brave High anche Diesel si è cimentata nell’impiego della realtà virtuale. L’idea era a dir poco adrenalinica: per mezzo di un visore HTC Vive, gli utenti venivano trasportati in cima a un grattacielo e potevano osservare New York per un’esperienza di pura vertigine.

Come appare evidente, però, l’impiego della realtà virtuale nel marketing richiede un notevole dispendio di risorse economiche. In base agli strumenti necessari per accedervi, infatti, i brand devono contestualmente realizzare degli spazi/eventi che mettano a disposizione del pubblico visori, guanti e chi più ne ha più ne metta.

Altrimenti, il rischio è che la campagna tocchi solo una piccola parte del pubblico che dovrebbe, invece, coinvolgere. Proprio per questo motivo è molto più frequente l’impiego della realtà aumentata che, invece, è davvero alla portata di tutti.

Esempi di Realtà Aumentata nel marketing

Per sperimentare la realtà aumentata (il più delle volte) basta solo uno smartphone. L’AR, infatti, sovrappone delle immagini e/o dei filtri che simulano la realtà. E che, chiaramente, permettono di provare i prodotti e/o visualizzarli negli spazi dove si desidererebbe collocarli.

Uno dei campi dove l’AR è maggiormente impiegata è il settore beauty. Tra i grandi brand che ne hanno sfruttato il potenziale possiamo citare Sephora con il suo Virtual Artist e L’Oreal con il suo Virtually Try On Makeup. I due marchi hanno, in sostanza, messo a disposizione delle utenti delle app che permettono di applicare (digitalmente) i prodotti che desiderano acquistare per osservarne l’effetto finale.

In seconda battuta, la realtà aumentata viene usata dai brand di arredamento: anche la già citata Ikea ha messo a disposizione dei suoi clienti un’app che, per mezzo della fotocamera, fa apparire i mobili a grandezza naturale all’interno delle stanze in cui si desidera posizionarli. La stessa funzione, per altro, è messa a disposizione da Amazon per alcuni prodotti presenti nel suo marketplace.

Di fatto, però, il potenziale dell’applicazione dell’AR nel marketing è illimitato. Un esempio conclusivo, ma decisamente interessante? Riguarda l’abbigliamento: Gucci ha realizzato un’app che permette di provare alcune delle sue sneaker più gettonate. Ed è stato un vero successo.

AR, VR ed esperienze d’acquisto interattive

Guardando agli esempi succitati e facendo un’analisi generale, possiamo ben affermare che se da una parte il marketing è alla perenne ricerca di nuovi modi per attrarre consumatori, AR e VR hanno tutte le carte in regola per fornire esperienze di acquisto non solo personalizzate, ma addirittura interattive.

L’interattività è accattivante, ammaliante, perché mette il consumatore in una posizione (almeno apparentemente) di controllo: precisamente come se fosse in negozio può visualizzare e scartare un prodotto o un servizio in base al suo gusto e al suo bisogno.

Questo è un plus decisivo, che può fare la differenza se affiancata a strategie ben definite ideate da professionisti del settore.

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