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Coronavirus e mascherine, un’azienda italiana riconverte la produzione

coronavirus mascherine made in italy
3 Marzo 2020

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È inutile girarci attorno: l’impatto del CoVid-19 sulle aziende è molto più drammatico di quanto si possa immaginare. Sono davvero tanti i brand in sofferenza, per via di blocchi e ritardi. Tuttavia, in questo panorama disastrato, possiamo scorgere almeno una buona notizia che lega Coronavirus e mascherine (e non per creare futili allarmismi).

Si tratta di un ingegnoso caso di riconversione aziendale messo in atto da un’impresa lombarda, la Montrasio Italia. Nel giro di pochissime settimane, infatti, l’azienda specializzata nel settore tessile per la pulizia industriale ha deciso di realizzare delle mascherine made in Italy. Una scelta vincente, come strategia di marketing, per tante ragioni.

Coronavirus e marketing: l’esempio di Montrasio Italia

coronavirus e mascherine

Montrasio Italia si trova in Brianza, ad Aicurzio. L’imprenditore Luca Montrasio e la sorella Emma, titolari dell’azienda di famiglia, hanno seguito come tutti le reazioni, le evoluzioni e le involuzioni legate al diffondersi del Coronavirus. A fine gennaio si sono resi conto che la Cina era rimasta l’unica grande produttrice di mascherine. Una situazione a metà tra il paradossale e il drammatico, specie considerata l’impennata dei prezzi.

Da qui, l’idea: trasformare l’impresa di famiglia in un punto di riferimento per l’emergenza. La Montrasio, nata come azienda tessile, diventa capace nel giro di sole tre settimane di produrre un milione di mascherine al giorno, che vanno a soddisfare una richiesta non solo italiana, ma addirittura internazionale.

Montrasio Italia e la spinta innovativa che rende un brand vincente

Luca e Emma Montrasio sono un esempio di come un momento drammatico possa diventare punto di partenza per chi ha capacità imprenditoriale. Se è vero che il Coronavirus ha generato la prima infodemia della storia, è altrettanto vero che la situazione d’emergenza ha generato anche uno spirito imprenditoriale d’avanguardia.

Basta pensare al più basilare concetto di paura: in natura, l’adrenalina acuisce i sensi e rende più vigili. Applicando in maniera più ampia questo concetto al marketing, potremmo dire che le situazioni d’allarme fanno sì che le imprese si mettano alla prova con il problem solving.

Nel caso di Montrasio è stato (relativamente) semplice fare due più due: capacità di lavorazione dei tessuti e mancanza di mascherine hanno dato al brand una spinta propulsiva, che sta portando i suoi frutti.

Di necessità si fa virtù: il marketing ai tempi del Coronavirus

Perché il caso di Montrasio Italia è così importante? Perché è l’esempio lampante di come di necessità si possa fare virtù e di come si possa volgere a proprio favore una situazione sicuramente sfavorevole senza però cadere nello sciacallaggio. Il marketing ai tempi del Coronavirus ha, infatti, fatto i conti anche con picchi di imbruttimento non indifferenti.

L’idea di Luca e Emma Montrasio, invece, è stata pratica e mirata a un beneficio non solo aziendale, ma comune. L’intero percorso è stato virtuoso e mai approssimativo: alla prima illuminazione è seguita una fase di studio. I prodotti già presenti sul mercato sono stati analizzati per realizzare qualcosa di più efficace.

L’intera azienda è stata stravolta, i macchinari sono stati adattati per lo scopo e sono stati fatti dei test antibatterici, per altro superati brillantemente. L’azienda, adesso, assumerà nuovi dipendenti. E oggi le mascherine arrivano ovunque: alla grande distribuzione, discount, alle farmacie e parafarmacie, alle case di riposo.

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